Ho un po’ di vomito
che langue
sulla punta della lingua
l’angoscia dello spillo
che trapassa il cuore
non c’è riposo non c’è onore
tutto è un vasto cumulo di sesso
che stupra l’acciaio
che lo infarina
Vai al tuo cuore infranto
Vai al tuo cuore infranto.
Se pensi di non averne uno, procuratelo.
Per procurartelo, sii sincero.
Impara la sincerità di intenti lasciando
entrare la vita, perché non puoi, davvero,
fare altrimenti.
Anche mentre cerchi di scappare, lascia che ti prenda
e ti laceri
come una lettera spedita
come una sentenza all’interno
che hai aspettato per tutta la vita
anche se non hai commesso nulla.
Lascia che ti spedisca.
Lascia che ti infranga, cuore.
L’avere il cuore infranto è l’inizio
di ogni vera accoglienza.
L’orecchio dell’umiltà ascolta oltre i cancelli.
Vedi i cancelli che si aprono.
Senti le tue mani sui tuoi fianchi,
la tua bocca che si apre come un utero
dando alla vita la tua voce per la prima volta.
Vai cantando volteggiando nella gloria
di essere estaticamente semplice.
Scrivi la poesia.
Jack Hirschman
Mi frulla dio in mente
Mi frulla dio in mente
da tre giorni
l’idea che la scrittura
sia un suo dono
che sfiori la lingua
il cuore con la mano
e infonda dentro l’energia
trasmessa dal suo tocco.
Io lo vedo talvolta
in scritti di questo
o di talaltro hanno tutti
un guizzo di divino
anche quando parlano
di sé del tempo
di un incontro mattutino
specialmente
quando parlano di niente.