A volte sento chiaramente la sua voce
quasi un sussurro morbido e pungente
che arriva impercettibile all’orecchio
direttamente al centro del pensiero
come un chiodo di luce che si pianta
senza parole o dolore o suono.
E’ lei che parla
la principessa
lei la fata la puttana
la dea la santa la sacerdotessa
l’icona l’angelo la strega
la sposa e la ragazza
l’infante e l’elefante
cibo pietanza tavola imbandita
mostro e rimorso rimostranza
memoria intelletto dimenticanza.
Lei compagna di metà della vita
lei scoperta sepolcrale
lascito legato testamento
ostia obolo offerta gialle pere
la resa al potere la debolezza
la forza della spada la pistola
croce divelta svincolo percorso
tunnel senza sbocco valico montagna
fiume che lava ponte
ombroso bosco.
Comunque la si chiami lei
è presente nella grazia
di tacere o dire indifferentemente
l’avverbio infallibile lo stato spalancato
squarcio di spaccata melagrana
la necessità della parola.
questo testo contiene echi zanzottiani e dell’inno a Iside nella sua seconda strofa, nella terza strofa la doppia citazione di Horderlin “Metà della vita”