articolo di Deborah Mega, tratto dal blog LIMINA MUNDI
Imagine there’s no countries
it isn’t hard to do
nothing to kill or die for
and no religion too
imagine all the people
living life in peace
JOHN LENNON
C’era una volta l’Arabia felix, quella che i Romani immaginavano come un luogo fiabesco perché fertile grazie alle piogge portate dai monsoni, importante crocevia di merci di lusso provenienti dall’India e dall’Estremo Oriente nonchè culla di grandi civiltà. Dopo la predicazione di Maometto, a partire dal VII secolo, gli Arabi costituirono uno Stato in cui potere politico e religioso erano strettamente uniti. Sappiamo infatti che il Corano contiene norme religiose e regole di comportamento, gli stessi califfi erano capi religiosi e allo stesso tempo politici. Dopo la prima guerra mondiale i vari paesi hanno adottato politiche differenti. Kemal Ataturk ad es. in Turchia eliminò il diritto religioso dalla vita amministrativa, dal sistema educativo e giudiziario dando vita in questo modo ad uno stato laico. Da quel momento alcuni stati seguirono l’esempio turco, altri rimasero legati alla tradizione. Negli anni Settanta del secolo scorso, nel mondo arabo si è diffuso il fondamentalismo o integralismo islamico. I fondamentalisti vorrebbero che negli Stati musulmani fossero applicate con rigidità le norme morali, penali, religiose previste dal Corano. Maxime Rodinson, esperto di cultura araba scrive: “Gli integralisti in questo periodo hanno molto successo presso i gruppi più poveri della popolazione che vedono nell’Occidente un nemico che li sfrutta economicamente e impone la sua cultura. continua a leggere qui
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