Nausea
è quello che mangio
quello che vesto
quello che vedo
è come dormo
come mi sveglio
quello che ho
non ho
vorrei
il poco tempo che mi resta.
Lettera a un poeta (giovane, meno giovane, non si sa)
La famosa "Lettera a un giovane poeta" di Rainer Maria Rilke, riveduta, corretta, adattata ai giorni nostri da Giacomo Cerrai.
Lettera a un poeta (giovane, meno giovane, non si sa)
Pisa, 17 settembre 2013
Egregio amico,
i tuoi testi mi sono arrivati qualche giorno fa, per posta elettronica. Ti ringrazio per la fiducia, ma è tutto quel che posso darti in cambio. Non posso addentrarmi nella natura dei tuoi versi, poiché, come ebbi a dire spesso, di ciò di cui è sostanzialmente inutile parlare è meglio tacere. Senza contare che le critiche sono a senso unico come la strada davanti a casa mia, nel senso che tutto quello che se ne ricava in cambio è un grazie o un imbronciato mugugno. Quel che consola è che vivaddio non ci si incontrerà mai di persona nella vita, e quindi, del silenzio che segue quasi sempre una recensione, si potrà dare tranquillamente la colpa a Telecom.
Ciò premesso, consentimi solo di dirti che i tuoi versi hanno per lo meno il pregio di non avere una natura loro propria, né una loro autonoma fisionomia. Il che è un bel vantaggio, rendendoli adattissimi sia a comparire in qualche antologia di giovani (cosa autorizzata quasi esclusivamente dalla tua età anagrafica), sia a conseguire un numero cospicuo di targhe nei più disparati premi letterari. Lascerei perdere tuttavia le poesie del tipo la tua “a Silvio”, che seppur sotto l’egida di quel grande solitario del Leopardi non può andare bene (i premi, come forse sai, sono quasi tutti in mano ai comunisti della Pro Loco). continua a leggere
E’ un crollo quotidiano
E’ un crollo quotidiano
quando a sera le mani
si arrendono allo scarto
si vola basso sempre più piano
fino a distendere le piume
nel sonno che decolla
un’altra notte