e a settembre sta lì a valutare
con occhio critico
se quella foglia in bilico si stacca
e nel suo volo c’è tutto quell’incanto
che gli preme
le variazioni della luce
le voci che raccoglie da quell’albero
la tessitura dei rami che incominci
ne appesantisce il tronco.Il poeta non sa attendere
anticipa col gioco il percorso
che fa nuovo il vento
e ogni volta è il suo turbine a spingere
le foglie in corsa bruciandone i colori.
E’ già autunno dice
mentre il sole cuoce i suoi legni
e fa appassire crudelmente i frutti.
E’ già sera teme
quando invece il giorno rumoreggia .
quando il tempo ancora non lavora.
Ultrasenso
A volte la poesia ha un ultrasenso
un’ onda non udibile si infrange
arriva alle soglie degli scogli sentinelle
rovescia cose cuori cianfrusaglie
dimore interiori impeccabili e ordinate
scioglie le statue di sale chiamandole lacrime.
Solo alcune volte non sempre
ma per quelle volte basta
smetti di leggere e già sei un altro
rifai le stesse cose con altri gesti
riconsideri la luce nelle foglie che precipitano
la linfa degli alberi che ancora vi circola
e allora ti stupisce il silenzio di una strada.
La trama
Ora vengo a te
ti sono ente
essendoti tessuto
ti filo nel verbo del telaio
cambio il tuo liccio con la mia spola
e intreccio il tuo ordito col pedale
saremo losanghe
e non avremo capo
e imiteremo la natura
nella fantasia dei suoi motivi
pregheremo sul tappeto di quei fiori
e i colori cupi si alterneranno
a quelli chiari
e la trama che ogni notte disfaremo
(quella che compone e torna esatta
sopra il cielo che ci ignora trapuntato)
ci ingegneremo a disporla
ogni giorno come nuova
con i disegni nostri
quelli più vivi.
Il nesso
Pensieri scintillanti
li ho tra le mani
e mandano bagliori
squaderno questa luce mattutina
come un ciclope miope.
Se dio mi è morto tra le dita
dopo un temporale notturno
mi chiedo chi possa fare un cenno al sole
sollevare questo chiarore chiassoso
che dilaga nell’azzurro.
Chi vuole provare a spostare il senso
chi coltivare il nesso
frugare nella notte
e cavarne quel lume.
3 cuori
tre cuori ti devo
mi frugo nel petto
mi frugo e ti aspetto
e un altro lo scavo
troverò qualcosa
che batte nel cavo?
eccolo uno
uno è affondato
l’altro è di un altro
l’ultimo le mie mani
non lo contengono
L’autunno si fa sentire
Tutti i cerchi che disegna una foglia
prima di atterrare
tutte le linee che partono dal suo palmo
aperto e bruciato
tutte le geometrie nate dai sogni che Euclide
ha scartato
e i disegni immaginari che il vento dell’autunno
scaglia in alto a ottobre
tutte le cose che sono dentro il gioco del cadere
quando la gravità è lieve
e nel volo possiamo cogliere il senso del posarsi
tutta la forza che sposta i significati dei colori
tutta la loro profonda verità
tutto il movimento che l’occhio raccoglie
nel suo bicchiere
per ubriacare di felicità o di struggimento
il nostro plesso solare.
Tutta la meraviglia che sento
quando apro la mia mano
accanto all’orecchio.
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