E celebriamolo l’amore
in ogni tempo
di notte ad esempio
con le vampate accese
di palpiti a pelle frementi
di baci.
E celebriamolo di giorno
rosseggiante d’abbracci
con le mani sguscianti
di carezze e farfalle
nei corpi caldi.
Celebriamolo al tramonto
con la dolcezza di sguardi
d’intesa senza più il giovane
fuoco
eppure
meravigliosamente profondi.
Arrivarci al tramonto. Si va avanti con celebrazioni sostanzialmente di nicchia, un tempo si diceva “chi fa da sé fa per tre” adesso c’è una moria* che chi fa da sé fa almeno per sei. A maggior ragione: “Che si celebri!”
:green:
forse anche l’amore è in recessione? 😉
quanto allo spirito del celebrarlo qui nella poesia, c’è molto di osservazione del cinguettante popolo di fb, nonostante l’espressione che farebbe pensare a qualcosa di più alto e appassionato.