Il sonno della lingua

Non c'è una parola che tenga
nemmeno una
sebbene poche
tutte si fiondano dove la bocca morde
nere vane sporche vuote
crollano dal foglio verso il basso
scivolando nel sonno della lingua.

A distanza di muri

Io sono diviso da un muro
dal cortile del palazzo che scende
in verticale e fa da specchio
alle finestre delle case,
alle voci della gente
che le abita, custodendovi
il piccolo mistero di una storia
come tante – ma sapere
a che volto corrisponde
quella grana della voce, che tanfo
di sudore viene fuori
dalla minima finestra del bagno, di sera,
che tipo di biscotti si nasconde
nella piccola credenza che si scorge
poco sopra il lavandino, nell'interno
al piano di sotto – se si amano davvero
i due giovani inquilini del sette,
cosa sperano, quante volte hanno temuto
di perdere la strada. E poi come hanno fatto,
in quale grondaia hanno sentito
il ritmo asseverante della pioggia.
Che hanno decifrato in quel respiro.
Che cosa hanno capito.

(di Massimo Gezzi, dalla Rivista "Ore piccole")
 

A proposito di poesia

A proposito di poesia vi prego
non intasate di parole gli occhi stanchi
fino alla gola ai polmoni alla bocca
di roba gonfia noiosissima e morta
soffio soffiato al sifone
che si versa nel lavandino rotto
dove il rubinetto risciacqua impietoso
il risucchio dello scarico vuoto
disgorgo sonoro
un modo altro di approdare
alla grandiosità del mare. 

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