Muore

Muore
il tempo assassinato
tra un passo nello screzio
e il giogo del lavoro
file di libri impiccati come aringhe
affumicate al sole
decollando spaginano
bocche ardite esposte
scotennate.

C’è un sorriso che appare
sulla copertina di un giornale
mille volte lontano
e mille ancora
i denti bianchi a chiostra
di vittorie
un nome invece muore
altrove come il tempo
per indifferenza di viole.

25 aprile

Ginestra stellata

Fiore di libertà

Rocciosa arbustiva

abbarbicata pianta

che della resistenza

s’investe il tuo profumo

per giallo imperioso

che sfolgora nel sole.

Se le radici s’infossano potenti

se testano la penetranza a terra

nel cielo attorno ai rami 

liberi si slanciano

prati infiniti e verdi

aperti spazi azzurri.

Perenne eretto temperato

sguardo

cespuglio selvaggio

del respiro.

An passant

Come tenere a bada il segno

con quale tarlo

appeso a quale spigolo

di legno

poco grappolo di sindone

nel glicine viola

scorticato a ferro.

Divagazioni in blue

Roberto Matarazzo ha creato questo bel foglio colorato "divagazione in blue" per ispirazione dal mio testo "Lui ha un segreto a scomparsa" incluso nella mia terza raccolta visual poetica "Ora pro nomi(s)"

Infinite grazie a Roberto.

Lui  ha un segreto a scomparsa. Lei ne raccoglie le gocce. Piove stanotte. Sui fiori le cosce. Nude sui fianchi Penduli seni ondeggianti. Le radici frementi hanno un nucleo vitale. Sulla neve una macchia. C’è del rosso nel sangue. Un ricamo sfolgorante di brina. Filigrana di sangue e velluto. Forse un sasso che sboccia. Di petali e luce. Fa la gara col sole.

Lei lo avverte. Fa la mira più alta. Lui ha uno sguardo preciso. Verso un punto diretto del cielo. Non nasconde la bocca. E’ che lei non la vede. Ha la guardia serrata. Più dura che chiusa. Solo gli occhi a brillare farina. Lui ha le mani blindate un esempio di muro. Non fa doni. Pressa sempre bisogni. Lei li vede e soccombe.

Lui ambisce di tutto. Lei di star bene. Non si vedono oltre. Lei parla piano piega sempre la testa. Non s’arrende. Lui parla forte alza sempre la testa. Non s’arrende. Si sorridono al buio. La promessa del fuoco. Un anello che lega. E’ un battesimo il primo.  Si attendono al varco . La foce del delta. Si chiamano  a volte  svettando distanza.  Allusioni nel vuoto senza nomi.

La mela

Dopo i pranzi pasquali, dolci, salati abbondanti, girovagavo per i soliti blog mordendo una stark e pensando: "che buona!", semplice, fragrante, croccante. Com’è che vado a trovare un post del genere? Cos’è telepatia, concidenza, casualità? Non lo so però lo linko perchè ci sta, con i miei complimenti all’autrice.

oggi in frigo mele non ne ho

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Dopo le cassatelle di ricotta, le impanate d’agnello, le uova di pasqua, le colombe e tutto il contorno luculliano del pranzo pasquale ho desiderio solo di una cosa: mangiare a pranzo una MELA, ma oggi  in frigo mele non ne ho, accorrono in mio aiuto i poeti (e poi dicono che i poeti non servono a nulla)

Angelo Maria Ripellino – Una poesia da “Lo splendido violino verde”

Amo la mela,
la gelida mela, l’angelica
mela compatta,
che mordi con boccuccia azzeccosa,
la pingue povera mela,
che sotto i tuoi denti si sgretola,
creta di frane e di tane giallastre,
che si assottiglia e si strugge,
la giusta, la mela disfatta,
mucchietto di accartocciate alette di ruggine,
spolpata pupattola. 

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“Tu dentro un sepolcro” di Emily Dickinson

Within thy Grave!
Oh no, but on some other flight –
Thou only camest to mankind
To rend it with Good night –

 

Emily Dickinson

Tu dentro un sepolcro!

Oh no, in volo piuttosto ancora e altrove

Tu solo sei venuto tra gli uomini

per affliggerli con una buona notte.

 

traduzione di Loredana Semantica

 

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