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Valerio Magrelli
Cantare il mondo: la poesia
Magrelli: Insegno Letteratura Francese all’Università di Pisa, ma oggi sono qui per parlare del mondo, rappresentato attraverso la poesia. Lo faremo cominciando dalla scheda.
-Si visiona la scheda:
Dal film "L’attimo fuggente": Fermate gli orologi, tagliate i fili del telefono e regalate un osso al cane, affinché non abbai. Faccia silenzio l’orologio, tacciano i risonanti tamburi, che avanzi la bara, che vengano gli amici dolenti. Lasciate che gli aerei volteggino nel cielo e scrivano l’odioso messaggio: lui è morto. Guarnite di crespo il collo bianco dei piccioni e fate che il vigile urbano indossi lunghi guanti neri. Lui era il mio nord, era il mio sud, era l’oriente e l’occidente, i miei giorni di lavoro, i miei giorni di festa, era il mezzodì, la mezzanotte, la mia musica, le mie parole. Credevo che l’amore potesse durare per sempre. Beh, era un’illusione. Offuscate tutte le stelle, perché non le vuole più nessuno. Buttate via la luna, tirate giù il sole, svuotate gli oceani e abbattete gli alberi. Perché da questo momento niente servirà più a niente.
COMMENTATORE: Come molte poesie straordinarie, anche quella di Holden è stata letta da pochi. Certamente meno di quanti al cinema, sentendola recitare si sono commossi fino alle lacrime. Strano destino quello della poesia, costretta ad un’esistenza semiclandestina, quanto non del tutto ignorata, quasi che la poesia in quanto tale, quel linguaggio sofisticato, dove un verso, una parola o una sillaba o la sola scelta della punteggiatura assumono una funzione decisiva, non fosse concepibile come semplice oggetto di consumo. Eppure la fame di poesia esiste. Non molto tempo fa un’indagine della DOXA ha rivelato che almeno un milione e mezzo di italiani ha composto nella sua vita una raccolta di versi. Si tratta, per la maggior parte, di studenti o disoccupati. continua a leggere