C’eri tu
lì sopra il sale
un’erta bianca di parole
c’eri tu che sorreggevi
la voce roca a fibrillare
l’accento insaziabile del corpo
acuto ad ingoiare
l’impasto partorito tra le braccia
la forma magmatica del pane.
Eppure molle senza freni
lascito marcito felci enormi
l’astratta meraviglia
resisteva il golfo ad ogni spinta
gorgogliava il sangue di tremore
il verso si slanciava oltre
castelli sovrastanti il cielo
il suo rumore
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