Quando mi liberai
c’era un enorme peso
che mi opprimeva il viso
e le gambe bloccate la morsa
sui polmoni schiacciati dal cielo.
Quando mi liberai
c’era una corda al collo
scorsoia violenta
che stringeva il respiro.
Un mostro nell’antro
beffardo invasivo.
Alle spalle del muro
all’indietro
al rovescio del cuore
la parte spaccata
anelava l’intero.
Si muovevano i mondi del polso
le vene intrecciate nel solco
si muovevano i soli le lune
concimavano i pianti
liquore sprizzai sul ripiano
colando di sangue
e cosi senza un fiato
morii.
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