Bad contamination

Questo cattivo mondo

che di anime bastarde

grugnisce scalcia abbaia

digrigna i denti ringhia.

 

Questo cattivo mondo

che in fogna di vermiglio

striscia serpeggia struscia

bruca vaneggia erode.

 

Questo cattivo mondo

che sibila soffia gode

vomita svelle e sputa

ulula latra esplode.

 

Non si ravvede e piange

sventrata madre terra

l’infamia dei suoi occhi

sgozzata sua Natura.

Numeratore

Quando mi liberai

c’era un enorme peso

che mi opprimeva il viso

e le gambe bloccate la morsa

sui polmoni schiacciati dal cielo.

Quando mi liberai

c’era una corda al collo

scorsoia violenta

che stringeva il respiro.

Un mostro nell’antro

beffardo invasivo.

Alle spalle del muro

all’indietro

al rovescio del cuore

la parte spaccata

anelava l’intero.

Si muovevano i mondi del polso

le vene intrecciate nel solco

si muovevano i soli le lune

concimavano i pianti

liquore sprizzai sul ripiano

colando di sangue

e cosi senza un fiato

morii.

Conchiglia

Quanto è nel vento è perso 

se non perdutamente perso

almeno perso perdutamente

o forse no

non è mai stato

oppure c’era ma non era così

disperso

pervasa voluta

circonfusa conchiglia

immersa in questo mare immane

che ci assomiglia

imbeve inghiotte travolge

che c’imbottiglia

ribolle ondeggia schiuma

annega.

Ora prima

Mi avvisa il trasalire delle scarpe

il viso pasticciato nella crema

il suono piatto spalmato sul display

nel riquadro il graffio vitreo

del tuo nome

a tergo era già scritto

il giro esatto della boa

l’inoltro elettronico in casella  

il racconto declinato per la vita

un’altra storia

d’ossa e d’ossessione

di fratture incatramate a fior di pelle

ma c’è una voce femminile

che risuona

immancabilmente

sempre quella.

Cagna

Alzo il muso come cagna

a fiutare il tuo silenzio

sgusci piatto come anguilla

dentro al limbo di cotone

ora è il tempo di saltare

strangolare l’illusione

che sia ego mosso intento

corpo morto senza peso

infinito senz’eterno

libro aperto coltre nerbo

trasparenza visionaria

volo d’oltre estirpamento

per legacci d’ali sia

ucciso il vento

Prologo

Incominciare è sasso

null’altro cresce

per spazio intenso.

Fra decimali d’avvento

improvvisi furori.

Crea un sito o un blog gratuito su WordPress.com.

Su ↑